Il vigneto di Piano dell’Altare è situato nel Comune di Ginestra, nell’omonima contrada, ed è costituito da un unico appezzamento di complessivi Ha 5.78.86.
E’ posto ad una quota media sul l.m. di 440 mt, con pendenza del 12% circa ed orientamento dei filari Est-Ovest.
Entrando per il tratturo provinciale, è ben visibile la stratigrafia del terreno caratterizzato da tufo vulcanico (ad una profondità variabile dai 50 ai 150 cm.) e da un suolo arabile di medio impasto tendente all’argilloso.
La presenza del tufo vulcanico è garanzia di “tenuta d’acqua” per i vigneti, potendo svolgere una funzione di riserva idrica estiva. Il clima, infatti, è caratterizzato da una piovosità di circa 700 mm. concentrata nel periodo novembre-giugno, e da una prolungata siccità estiva nel periodo estivo.
Il sesto di impianto è di 2,20 x 0,90 mt che produce una media di circa 5.000 piante/ha. L’anno di impianto è il 2003 per il 65 % circa, il 2004 per circa l’11 %, per circa il 13% il 2006. La parte restante (11% circa) sono vigneti storici risalenti, come impianto, ai primi anni del secolo scorso.
Una parte di queste viti (quelle risultanti dalla trasformazione dell’antico sesto 1,00 x 1,00 in 2,00 x 1,00 mt – da alberello a spalliera), per il valore genetico importante che rappresentano, dopo valutazione sanitaria e genetica effettuate in collaborazione con la Facoltà di Agraria dell’Università Federico II di Napoli e l’Istituto di S.Michele all’Adige, sono state trapiantatate in terreni dello stesso appezzamento.
Buona parte di queste vecchie viti, risultano propagate per propaggine (un tralcio interrato dà luogo ad una nuova pianta) e, pertanto, vanno ritenute franche di piede senza che siano a manifestarsi sintomatologie legate alla fillossera. Da qui un’importanza viticola ed enologica assolute.
Le varietà sono il 72% circa Aglianico del Vulture, circa l’11% a Fiano, circa l’10,5% a Moscato e Malvasia. Il saldo (circa l’1,5%) è costituito da una quarantina di varietà diverse, reperite in loco sulla base di indicazioni risalenti a documenti del 1800 trovati presso la biblioteca della Facoltà di Agraria di Portici. Queste varietà, già analizzate tramite DNA presso S.Michele all’Adige, sono inserite in un progetto di ricerca dell’ALSIA (Agenzia Lucana per lo Sviluppo in Agricoltura) ed il CNR sito presso la Facoltà di Agraria dell’Università degli studi di Basilicata, in collaborazione con l’Istituto Sperimentale di Bari sez.di Turi. Detto progetto mira al recupero ed eventuale valorizzazione del patrimonio storico e viticolo dell’area del Vulture.
I portainnesti utilizzati sui nuovi impianti sono in prevalenza assoluta il 420A, una piccola parte è su 140R, un’altra piccola porzione su SO4 e Rupestris Du Lot.
In corona al vigneto, vi sono un centinaio di piante di ulivo di età media superiore ai 40 anni, di varietà Ogliarola del Vulture.