
Il Presepe ha sempre un significato simbolico ed allegorico e, per quanto possa piacere e suggestionare o far tornare tutti indietro nel tempo, occorre che l’autore spieghi meglio il suo pensiero affinché ogni più piccolo aspetto o ogni più piccolo particolare non passi inosservato.
Quest’opera è stata realizzata partendo da un’idea del titolare, il Dr.Gerardo Giuratrabocchetti ed è stata magistralmente realizzata da un artista locale, Edelmondo Paolella detto Mondino [+39.0972.723445 – Via Lecce, 3 – 85028 Rionero in Vulture(PZ)] e, insieme, condividono un patrimonio di valori che appartengono alla nostra terra, alla nostra storia, alla nostra gente.
Questo Presepe vuol raccontare perciò la gente del Vulture con i suoi lavori, i suoi pensieri, i suoi dolori, le sue gioie, le sue speranze di riscatto e di salvezza. (Foto Gallery completa)
La Vigna
In questo percorso immaginario per conoscere gli usi e costumi della nostra terra, si parte per l’appunto, proprio dalla terra stessa, cioè dalla vigna. Vigna che è un piccolo fazzoletto così come lo era nella realtà (la proprietà fondiaria media era di circa un tomolo, vale a dire meno di mezzo ettaro!) e dalla quale dovevano trovare sostentamento tutti i membri di una famiglia!
Nella vigna c’è una suddivisione di ruoli: gli uomini zappano, le donne vendemmiano.
Ciò sottolinea una diversità di impegno, ma non di subordine come si potrebbe pensare. La donna nella cultura della nostra società svolgeva ruoli fondamentali per la sopravvivenza della famiglia agricola (vedi la cucina, la cura della dispensa del pane, la cura del formaggio, la gestione della spesa, ecc.) e non a caso, in questo presepe, le donne sono in maggioranza e svolgono mansioni fondamentali o rappresentano simbologicamente “la vita che si rinnova”.
Dalla vigna, l’uva una volta raccolta e messa in ceste (le cassette in uso oggi ovviamente non esistevano!) veniva avviata a dorso di asino (vero grande motore dell’antica agricoltura) con destinazione la cantina. Val la pena di sottolineare che il percorso da questo momento è in salita! Infatti, per chi raccoglie l’uva la vera merce di scambio è sempre stato il prodotto trasformato, il vino, e, quindi, il proprietario dopo aver lavorato per un anno in vigna sa che il percorso non solo non è finito, ma incomincia la parte più difficile e delicata, dove ogni errore si traduce in un fallimento!
E l’asino?
E’ recalcitrante, come è nella sua natura, pronto ad ingaggiare la sua guerra privata con il suo padrone che lo ama (per il lavoro che fa, per il caldo che da in casa!, per i puledri che sa produrre) e lo odia allo stesso tempo (perché non è il cavallo che vorrebbe, perché è cocciuto, ostinato e gli fa perdere tempo)
La Cantina
L’uva arriva in cantina sia la nera (Aglianico del Vulture, ma anche Aleatico, Colatammurro, Stampacavallo, Moscato nero, Malvasia Nera), sia la bianca (Moscato, Malvasia, S.Sofia, Abbottapezzenti, Chiangalo). Qui viene pigiata nei tini o nei “palmenti” vasche di pietra o cemento. Nella cantina vi è una croce su un mezzo cerchio che è il simbolo sacro della vinificazione. E’ infatti il Cristo che vigila sulle botti (il mezzo cerchio) e sul processo di vinificazione.
La vinaccia è passata al torchio da cui si ottiene il vino torchiato (stringitur’), ma con vari passaggi di acqua si otteneva un vinello per tutti giorni atto a riempire la dispensa e che veniva denominato, in funzione dei vari passaggi, la prima, la seconda e qualche volta la terza “dispensa”.
Fuori della cantina c’è un signore che beve il vino, rappresenta l’uomo che non sa aspettare.
Il vino ha i suoi tempi e le cose buone e belle richiedono il giusto tempo di attesa e maturazione. Rappresenta perciò chi, preso dal ritmo della vita frenetica, non sa più assaporare e gustare i veri piaceri della vita! Così come l’uomo deve lavorare, ma anche saper attendere il giusto “momento”!
La Bottega del Bottaio
Nei pressi della cantina, c’è la bottega del Maestro (=Mastro) Bottaio dove c’è chi sega il legname (di solito castagno non potendosi permettere il rovere) e chi pialla le doghe per costruire le botti. Alcuni cognomi del posto ricordano questo lavoro, ad esempio Libutti (da Le Botti).
La Lucerna
E’ rappresentato un signore che compie un lavoro di altri tempi: era colui che accendeva i lampioni a gas in mezzo alle strade. Con il suo movimento egli da la luce. Simbolicamente rappresenta il Natale: con la nascita di Gesù si accende una “luce” sulla terra!
La Fontana e la Lavandaia

Dalla fontana sgorga acqua sorgiva, pura, cristallina. Rappresenta la salvezza arrivata tramite Gesù e contrasta con i fuochi presenti nel Presepe. I fuochi sono numerosi e presenti in vari ambiti. Il fuoco rappresenta le tentazioni che sono ovunque, ma che possiamo superare con la Grazia di Gesù.
Vicino la fonte sorgiva vi è la lavandaia. Anche questa figura rappresenta non solo un vecchio mestiere delle donne di un tempo, ma anche un’occupazione che consentiva al gentil sesso di uscire di casa e di poter far pettegolezzo con le altre paesane. Era il corrispettivo del Salone del barbiere per gli uomini. Qui rappresenta, comunque, la possibilità che il Natale e l’avvento di Gesù ci offrono: un’occasione di purificare il nostro Spirito!
La Trattoria
La trattoria di “Rocco Faloc” è realmente esistita a Rionero e, più esattamente, oggi è una delle cantine di affinamento della nostra azienda ed è sita in Via Umberto I, di fronte alla sede dell’Ufficio Postale comunale
Il famoso “Rocco Faloc” così chiamato per una distorsione linguistica del soprannome “Rockfeller” affibbiatogli per i suoi trascorsi in America dove aveva cercato fortuna, aveva una trattoria assai rinomata per l’ottima cucina della sua consorte.
All’interno della trattoria vi sono ancora tante donne intente alla cucina ed al servizio ai tavoli o a fare pane e focacce o il “cucul” (focaccia schiacciata senza pomodoro). Ogni angolo è curato nei dettagli: i salumi, i prosciutti, l’immancabile vino.
Ad un tavolo, ben in evidenza, c’è un uomo che compie un gesto rituale: spezza il pane e beve il vino. E’ evidente il significato spirituale dei gesti di un uomo che, alla fine di una dura giornata di lavoro, si ciba dei frutti del lavoro e della terra. E’ chiaro anche il significato eucaristico del gesto, conseguenza naturale della nascita di Gesù-

Fuori, sull’uscio, due ragazzi chiedono l’elemosina. Uno dei due è senza una gamba. Vuol rappresentare la vita che può essere anche molto dura e distruggere anche i sogni di un giovane! La “mala sorte” che quando acchiappa, acchiappa!
Il Notaio
La casa del Notaio rappresenta la ricchezza, l’opulenza. Contrasta in modo stridente con la povertà dei due giovani che chiedono l’elemosina. Uno dei due è senza una gamba. Ciò per sottolineare quanto dura possa essere la vita che può spezzare la speranza di chi dovrebbe gridare di felicità!
I mobili sono austeri, il vestito del notaio è curatissimo, con polsini dorati e giacca da camera. Alle spalle le foto dei briganti ed un crocefisso, a testimoniare come molti “signori” di un tempo cercassero di difendere le proprietà chiedendo aiuto ora all’uno, ora all’altro.
Rappresenta, ovviamente, la ricchezza che di per sé non è malvagia, dipende dall’uomo l’uso che ne saprà fare. E’ il concetto dei “talenti” del Vangelo che Dio ha dato all’uomo per vedere come saprà gestirli! Anche per il “ricco” è arrivato Gesù, anche per lui c’è la salvezza! Per questo sul comignolo vi è uno spazzacamino.
Lo Spazzacamino
Anche questo è un antico mestiere. Qui rappresenta il fatto che anche la casa dei benestanti ha bisogno di pulizia, di purificazione. E’ arrivato anche qui e anche per loro il Natale!
I Pastori
Il gruppo dei pastori è classico in ogni Presepe tradizionale con il suo bagaglio di umiltà e semplicità che il mondo pastorale si trasporta dietro. Qui rappresenta anche una delle due grandi passioni del titolare: da parte della famiglia paterna ha ereditato l’amore per la vigna e, da parte della famiglia materna, l’amore per gli animali ed in particolare per l’allevamento ovino.
La Donna che fila
Ancora una volta una donna, questa volta impegnata in un antico mestiere direttamente connesso con la pastorizia, che è quello di filare la lana. Mestiere diffuso in tante aree centro meridionali, tipico di un’economia modesta dove il gregge era in grado di valorizzare territori difficili e difficilmente altrimenti sfruttabili. Rappresenta anche la capacità di fare tesoro di quel poco che ti circonda e che Dio ti ha dato.
Il Cestaio
Anche questo era un vecchio mestiere. Particolarmente importante per la capacità di valorizzare prodotti naturali (i giunchi) presenti ai margini di acquitrini e paludi. Era ancora una volta la straordinaria capacità di un tempo di innescare una se pur modesta economia, anche partendo da matrici poverissime!
L’Uomo in ombra
Seduto su di una panchina, quasi al buio, vi è un uomo. Forse ubriaco, sicuramente smarrito nei suoi pensieri e nei suoi problemi. Si è isolato. E’ solo! Ha probabilmente perso ogni speranza! Anche per lui è arrivato Gesù, anche per lui è arrivata la Luce! Diciamo che è un uomo che ha smarrito la strada! Non deve dimenticare, invece, che una strada c’è sempre! Alle sue spalle c’è la Sacra Famiglia!
La Natività
Una strada illuminata da bianca luce, porta diritti alla Sacra Famiglia, come la Stella Cometa che ha illuminato il cammino dei re Magi. Qui è nato Gesù la vera fonte di Luce! Gesù nasce da una Donna, Maria, ma alla donna è affidato il più grande miracolo di Dio! La Vita che si rinnova, che va avanti a dispetto di tutto e di tutti!
Il Popolo in Cammino
Guidato dalla strada illuminata, c’è un popolo in cammino. E’ di spalle. Non sappiamo chi siano, se giovani o vecchi, ricchi o poveri, colti o ignoranti, sono volutamente ignoti. E’ il popolo in cammino verso la salvezza!
La donna incinta
Il Presepe presenta ancora un personaggio importante. E’ ancora una volta una donna, una donna incinta che vende le uova! E’ il massimo dell’espressione della fecondità, della vita che continua e che si rinnova, della vita che ha adesso un senso ora che è arrivato Gesù.
Gli uccelli
Per testimoniare questo inno e questo canto alla vita vi è ancora una uccellina che cova nel suo nido. Il maschio è appollaiato su di un ramo. Canta alla vita, a questa magnifica avventura che Dio ci ha dato!